sabato, luglio 16, 2011

Capitolo 32 - Lillian canta ancora

Quando le luci del palco si accesero, i London Morph Sextet erano pronti e schierati. Il pubblico li accolse con un grande applauso, incitato dall’introduzione entusiastica fatta poco prima da Randolph.
“E… eccoci qua,” fece Lillian, cercando di sciogliere il groppo che le si era formato in gola. “Un ringraziamento a Randolph, che ci ha permesso di esibirci ancora una volta nel suo locale. Siamo felici di essere nuovamente qui assieme a voi…”
“…e questa volta con un repertorio nuovo,” si intromise Corinne. “Speriamo sia nelle vostre corde, ragazzi.”
“Questa sera vogliamo iniziare con qualcosa di importante,” disse Lillian. “Pochi giorni fa è morta una persona molto speciale, per me in particolare e in generale per noi morfi. Si chiamava Christian Harrington.” Yvonne attaccò le prime note del brano al suo pianoforte, mentre la tasso parlava. “Agiva per aiutare noi morfi ad uscire da ghettizzazioni e paure. E non solo noi morfi. Era una buona persona, ed è stato ucciso per le sue azioni. Vorrei ricordarlo con questa canzone, e chiedere ai suoi assassini come si sentano ora. Spero che non possiate più dormire per il resto delle vostre vite, che il suo volto non vi dia più pace. Non meritate alcun perdono, da parte di nessuno. Men che meno nostra.”
                                                           
No matter how many times that you told me you wanted to leave.
No matter how many breaths that you took you still couldn't breathe.
No matter how many nights that you lied wide awake to the sound of the poison rain. 
Lillian afferrò il microfono con una mano, ponendo l’altra sul cuore.
Where did you go? Where did you go? Where did you go? 

Heart beat, a heart beat, I need a... heart beat, a heart beat... 

Tell me would you kill to save for a life?
Tell me would you kill to prove you're right?
Crash, crash, burn let it all burn.
This hurricane is chasing us all underground. 
La morfa prese il microfono con entrambe le mani, stringendolo con tutta la sua forza.
No matter how many deaths that I die, I will never forget.
No matter how many lives I live, I will never regret.
There's a fire inside this heart and a riot about to explode into flames.
Where is your God?
Where is your God?
Where is your God?
Mentre le parole le fluivano fuori dalla bocca, quasi senza sforzo, naturali come insulti in un litigio violento, sentiva sempre più il fuoco della rabbia bruciare dentro di lei, al pensiero di quante volte era stata usata, scartata, gettata via come un fazzoletto sporco solo per via della sua differenza. E sentiva, sapeva quanto questo fosse accaduto ad altri come lei, e la cosa la rendeva quasi feroce.
Do you really want?
Do you really want me?
Do you really want me dead?
Or alive to torture for my sins?
Do you really want? 
E con quella ferocia staccò il microfono dal suo supporto, urlando in esso, come se fosse l’unico modo per scaricare tutta quella rabbia fuori di lei, lontana, incanalandola verso chi l’aveva maltrattata e verso chi aveva fatto del male ai morfi di sua conoscenza. Solo la concentrazione sul canto le impedì di pensare a Christian in quel frangente.
Heart beat, a heart beat
Do you really want me?
I need a.. heart beat, a heart beat
Do you really want me dead?
You know I gotta leave, I can't stay, 
I know I gotta go, I can't stay
Or alive to live a lie? 

Tell me would you kill to save for a life?
Tell me would you kill to prove you're right?
Crash, crash, burn let it all burn.
This hurricane's chasing us all underground. 

You say you're wrong, you're wrong, I'm right, I'm right, you're wrong, we fight.
Ok, I'm running from the light, running from the day to night.
Oh, the quiet silence defines our misery.
The riot inside keeps trying to visit me.
No matter how we try, it's too much history.
Too many bad notes playing in our symphony.
So let it breathe, let it fly, let it go.
Let it fall, let it crash, burn slow.
And then you call upon God.
Oh you call upon God.
Il brano cantato da Corinne le consentì di riprendere fiato e di scuotersi di dosso tutto ciò che la canzone aveva risvegliato in lei. La pelliccia sul collo e sulla schiena le si era drizzata, e le ci volle qualche secondo per calmarsi e costringersi ad abbassarla, prima di riprendere a cantare.


Tell me would you kill to save for a life?
Tell me would you kill to prove you're right?
Crash, crash, burn let it all burn.
This hurricane chasing us all underground
Whoo-oo
This hurricane
Whoo-oo
This hurricane
Whoo-oo
This hurricane
Whoo-oo
Do you really want?
Do you really want me?
Do you really want me dead?
Or alive to torture for my sins? 
Do you really want?
Do you really want me?
Do you really want me dead? 
Le due morfe si unirono nel canto, portandosi al limite del palco, proprio sopra il pubblico.
Or alive to live a lie?
Gli strumenti tacquero istantaneamente all’ultimo verso, lasciando la tasso ad urlare al pubblico il suo ultimo sfogo.

Non fu facile per nessun membro del gruppo riprendersi dall’impatto della canzone. Per quanto l’avessero provata insieme, in nessun caso potevano immaginare quanto la voce di Lillian, il violoncello di Milla e la chitarra di Nicholas risuonassero d’impatto all’interno del locale, amplificati dall’impianto sonoro. Quasi non si accorsero del boato del pubblico, mentre si scambiavano occhiate per assicurarsi che tutti fossero a posto, che tutti fossero pronti. Fu con sollievo che Lillian vide occhi luminosi e volti raggianti: era probabilmente la sola in cui il pezzo avesse scosso qualcosa di grande e pesante, e la cosa la rincuorava perché non avrebbe mai voluto appesantire le vite dei suoi compagni.
Quando l’applauso fu scemato,Corinne  si schiarì la gola e riprese la parola. “Non è stato per noi un brano semplice, men che meno per Lillian, che ha sentito più forte di tutti l’esigenza di cantarlo e condividerlo con tutti voi. Il concerto di oggi è sicuramente uno dei più… “impegnativi” per il nostro gruppo, perché non siamo qui solo per ridere e divertirci.”
“Giusto,” confermò la tasso. “Abbiamo voluto dare a questa esibizione un impronta più importante. Abbiamo sempre scelto canzoni che potessero raccontare le vite dei morfi, le esigenze della nostra comunità, ma con questo concerto vorremmo fare di più, farvi sentire parte maggiore di queste nostre vite. Vite che comprendono passioni e dolori, vite non facili. Fino ad oggi abbiamo giocato, ma ora facciamo sul serio.
“E per dimostrarvi che l’aria oggi è diversa, sotto con la prossima!” concluse Corinne, schioccando le dita: un segnale per Milla, che attaccò le prime note di One Vision con il suo strumento.

One man
One goal
One mission
One heart
One soul
Just one solution
One flash of light
Yeah, one God
One vision 
One flesh
One bone 
One true religion, 
One voice
One hope, 
One real decision, 
Wowowowo gimme one vision
 
Mentre il pubblico si univa al brano battendo le mani a tempo, Corinne e Lillian si alternarono al canto. Avevano sperimentato questa impostazione durante le prime prove, dopo che Corinne l’ebbe improvvisata quasi per scherzo. Ma l’idea aveva colpito nel segno, e così decisero di mantenerla. Lillian scoccò un’occhiata d’intesa alla licaone, che ricambiò strizzandole l’occhio.
No wrong
No right
I’m gonna tell you there’s no black and no white
No blood
No stain         
All we need is

One world wide vision 
One flesh
One bone
One true religion
One voice
One hope
One real decision
Wowowowowowo
 

I had a dream
When I was young
A dream of sweet illusion
A glimpse of hope and unity
And visions of one sweet union
Corinne si separò da Lillian per andare verso il pubblico. Teneva la mano libera aperta, rivolta verso gli spettatori.
But a cold wind blows
And a dark rain falls
Dalle sue spalle, Lillian si introdusse tenendo la voce più bassa di un’ottava.
And in my heart it shows
Look what they’ve done to my dream!

One vision
Give me your hands
Give me your hearts 
I’m ready
There’s only one direction

One world and one nation 

Yeah one vision 
No hate no fight, 
Just excitation, 
All through the night, 
It’s a celebration
Wowowowo yeah!

One flesh
One bone
One true religion
One voice
One hope        
One real decision
 
Gimme one night
Gimme one hope
Just gimme
One man
One man
One bar
One night
One day
Hey hey
Just gimme gimme gimme

One vision 


 Lillian tirò un gran sospiro al termine della canzone. Sin dalle prove aveva avuto difficoltà nell’alternarsi rapidamente a Corinne, specialmente nella parte finale. Ma al pubblico era evidentemente piaciuta, almeno a giudicare dagli applausi e dai cori che li avevano accompagnati durante l’esecuzione. I membri del gruppo si scambiarono occhiate fugaci per assicurarsi di essere tutti al loro posto, pronti per andare avanti. Lillian ebbe l’impressione che Nicholas non fosse esattamente in forma: non c’erano problemi per quanto riguardasse il modo in cui suonava, ma il suo sguardo era distante, vagamente assente. Avrebbe voluto parlargli, dopo il concerto.
“Alle volte,” iniziò Corinne. “Alle volte capita di sentirsi… inadeguati, lontani da tutto e da tutti. Troppo diversi per potersi accettare. E a volte ci si crea una barriera, un muro che tiene tutti lontani, anche quelli che amiamo o che vorremmo amare. A chi non è mai capitato? Per i morfi spesso è una realtà quotidiana, dopotutto: pensiamo a quanto siamo diversi dagli esseri umani e ci rendiamo conto che i nostri corpi sono delle barriere.”
“Delle gabbie,” concluse Lillian. “Gabbie entro cui ci rinchiudiamo o in cui altri ci rinchiudono.”

My body is a cage that keeps me 
From dancing with the one I love 
My mind holds the
key 
Yvonne iniziò con il suo pianoforte, note basse, lente, cupe. Lillian chiuse gli occhi, tutto si fece buio, e iniziò a cantare.
My body is a cage that keeps me 
From dancing with the one I love 
But my mind holds the key 

I'm standing on a stage 
Of fear and self-doubt 
It's a hollow play 
But they'll clap anyway 
Lillian aveva chiesto più volte di cambiare questo brano, che la faceva sentire terribilmente a disagio. Era come se facesse esplicitamente riferimento alle sue stesse paure, alla sensazione che a volte il cantare di fronte a un pubblico le aveva dato: quella di essere sola di fronte a gente a cui non importava di lei, per cui lei era una statua vuota da cui uscivano suoni. Ma non era riuscita a spiegare in modo concreto il motivo per cui non voleva cantarla, così aveva deciso di usarla come mezzo per esorcizzarla in modo definitivo.
My body is a cage that keeps me 
From dancing with the one I love 
But my mind holds the key
My mind holds the key 
My mind holds the key
I'm living in an age 
That calls darkness light 
Though my language is dead
Still the shapes fill my head
I'm living in an age
Whose name I don't know 
Though the fear keeps me moving 
Still my heart beats so slow 

My body is a
Is a
Is a
Is a
Is a
Is a
Is a
Is a
Is a
My body is a cage
My body is a cage 
Hey
My mind holds the key 
Milla prese a violentare il suo violoncello, accompagnata da Yvonne e Nicholas. Il crescendo del loro tono lentamente eclissava la voce della tasso, mentre la melodia si faceva quasi cacofonica, incalzante, pesante, aggressiva. Lillian si accorse di aver smesso di respirare poco prima che gli strumenti tacessero: sospirò e urlò nel microfono, facendo esplodere la sua voce di fronte a tutti.
My body is a cage 
We take what we're given 
Just because you've forgotten 
That don't mean you're forgiven 
I'm living in an age 
That screams my name at night 
But when I get to the doorway 
There's no one in sight 
My body is a cage that keeps me 
From dancing with the one I love 
But my mind holds the key 
You're standing next to me 
My mind holds the key 
Set my spirit free 
Set my spirit free 
Set my body free


Questa volta, Lillian non si aspettava applausi di alcun tipo, e fu quindi estremamente sorpresa di sentire lo scroscio sul gruppo, tutto attorno a lei. Ce l’aveva fatta: avevano applaudito, ma questa volta nessuno l’aveva presa per un guscio vuoto. Vedeva dagli sguardi che brillavano fra il pubblico che il brano aveva colpito nel segno.
Corinne le pose una mano sulla spalla e la scosse. “Ehi, ma siamo qui per piangerci addosso? Oppure vogliamo riscuoterci un po’?” La licaone puntò il microfono verso il pubblico, incitandolo con successo. “Uno, due…”

Tonight I'm gonna have myself a real good time 
I feel alive and the world I'll tu
rn it inside out
Yeah 
And floating around in ecstasy 
So
Yvonne aprì il brano, accompagnando la voce di Corinne.
Don't stop me now
Don't stop me 
'Cause I'm having a good time
Having a good time 
Lillian si sciolse i capelli, lanciando al pubblico la pinza con cui li aveva tenuti fermi fino a quel momento, quindi si inserì al fianco della licaone.
I'm a shooting star leaping through the sky 
Like a tiger defying the laws of gravity 
I'm a racing car passing by like Lady Godiva 
I'm gonna go go go 
There's no stopping me 
Il pubblico si unì al ritmo della canzone, battendo a tempo le mani.
I'm burnin' through the sky yeah 
Two hundred degrees 
That's why they call me Mister Fahrenheit 
I'm trav'ling at the speed of light 
I wanna make a supersonic man out of you 
L’espressione sul volto di Corinne, durante l’esibizione, era di puro godimento: Lillian vedeva chiaramente che la licaone si trovava nel suo elemento, mentre si muoveva sul palco indicando gli spettatori, ancheggiando e cantando con una naturalezza che non era emersa durante le prove. Non poté che esserne felice.
Don't stop me now
I'm having such a good time 
I'm having a ball 
Don't stop me now 
If you wanna have a good time just give me a call 
Don't stop me now
'Cause I'm having a good time
Don't stop me now
Yes I'm havin' a good time
I don't want to stop at all

Yeah, I'm a rocket ship on my way to Mars 
On a collision course 
I am a satellite
I'm out of control 
I am a sex machine ready to reload 
Like an atom bomb about to 
Oh oh oh oh oh explode 

I'm burnin' through the sky yeah 
Two hundred degrees 
That's why they call me Mister Fahrenheit 
I'm trav'ling at the speed of light 
I wanna make a supersonic man out of you 

Don't stop me
Don't stop me 
Don't stop me
Hey hey hey 
Don't stop me
Don't stop me 
Ooh ooh ooh
I like it 
Don't stop me
Don't stop me 
Have a good time good time 
Don't stop me
Don't stop me
Oh yeah 
Accompagnate solo dal ritmo dettato dalla batteria di Mills, le due morfe si posero schiena contro schiena, le braccia puntate verso il pubblico. Prima che gli altri strumenti riprendessero a suonare, lanciarono le mani al cielo e si separarono.
Oh, I'm burnin' through the sky yeah 
Two hundred degrees 
That's why they call me Mister Fahrenheit 
I'm trav'ling at the speed of light 
I wanna make a supersonic man out of you 

Don't stop me now
I'm having such a good time 
I'm having a ball 
Don't stop me now 
If you wanna have a good time just give me a call 
Don't stop me now
'Cause I'm having a good time
Don't stop me now
Yes I'm havin' a good time
I don't want to stop at all


Lasciarono che l’impeto della canzone scemasse, prima di riprendere. “Abbiamo scelto il prossimo brano,” disse Lillian. “Perché fa riferimento a una cosa che tutti noi vogliamo, umani o morfi, a prescindere: essere amati.”

It's the dark night of my soul
And temptation's taking hold
But through the pain and the suffering
Through the heartache and trembling
I feel loved
I feel loved
La voce di Corinne, naturalmente più argentina di quella di Dave Gahan, sembrava essere di velluto, mentre la licaone cercava di spingerla più in basso di qualche nota. Lillian non avrebbe cantato: il palcoscenico era solo per Milla e Corinne, l’una col violoncello e l’altra con la voce.
As the darkness closes in
In my head I hear whispering
Questioning and beckoning
But I'm not taken in
I feel loved
I feel loved
From the depths of my emptiness
Comes a feeling of inner bliss
I feel wanted, I feel desired
I can feel my soul on fire
I feel loved
I feel loved
Mentre Corinne artigliava il microfono, avvicinando così  tanto il muso ad esso quasi da morderlo, il violoncello della scoiattolo entrò in scena con forza, di prepotenza. Anche durante le prove, Milla aveva dimostrato di essere perfettamente in grado di sostituirsi alla parte elettronica del brano, conferendogli un tono “orchestrale,” completamente diverso da quello originale. La cosa aveva piacevolmente colpito tutti.

“A volte non bastano i superpoteri per superare un problema,” disse la licaone, al termine del brano, introducendo il successivo. Lillian, accaldata, cercava nel frattempo di farsi aria agitando le mani. Si voltò, mentre l’altra parlava, cercando con lo sguardo Mills: il batterista era seduto al suo posto, la lingua penzolante, il pelo arruffato. Le rivolse il pollice in su, e lei replicò con un occhiolino. “…per questo vorremmo tutti, almeno una volta, almeno per un giorno, sentirci degli eroi.”

I
I wish you could swim
Like the dolphin
s
Like dolphins can swim
Though nothing
Will keep us together
We can beat them
For ever and ever
Oh we can be Heroes
Just for one day
Oh we can be Heroes
Just for one day
Milla attaccò con il suo strumento, una nota dapprima lenta e uniforme, seguita poi dalla lenta e melanconica melodia. Lillian, tenendo il microfono con entrambe le mani, la seguiva con la sua voce. I versetti le scivolarono dalla lingua senza fatica, fluendo rapidi come acqua in un torrente.
I
I will be king
And you
You will be queen
Though nothing
Will drive them away
We can be Heroes
Just for one day
We can be us
Just for one day
Inconsciamente, si portò una mano al petto, lentamente, gli occhi chiusi e la mente completamente incentrata sul brano.
I
I can remember
Standing
By the wall
And the guns
Shot above our heads
And we kissed
As though nothing could fall
And the shame
The shame was on the other side
Oh we can beat them
For ever and ever
Then we can be Heroes
Just for one day
Il microfono si staccò dal suo supporto con semplicità, prima che Lillian potesse sfogarsi e liberare il suo canto alla folla in silenzio, sempre accompagnata da Yvonne e Milla. I versi precedenti l’avevano caricata, una molla sonora che stava rilasciando solo ora tutta la sua forza, spinta anche da ciò a cui la canzone la faceva pensare: gli anni del muro, gli anni delle prime lotte per i diritti dei morfi, anni che lei aveva vissuto come altri da cucciola, senza capire, senza comprendere perché grandi e piccoli la tenessero a distanza. Ma ora era cresciuta, e sentiva giorno dopo giorno sempre di più in lei la forza necessaria a combattere quelle situazioni, che fortunatamente erano sempre meno violente, sempre meno evidenti ma ancora vive e pericolose. Fu quasi con timore che aprì gli occhi, al termine del brano.

“Oggi è un giorno per noi piuttosto triste,” fece Lillian, gettando i capelli indietro e liberandosi finalmente la fronte da quella massa sempre più indisciplinata. “Per questo, alcune delle canzoni di oggi non sono leggere, simpatiche, allegre. La prossima è una di queste.”
“Torniamo con i Queen, ragazzi,” disse Corinne. “Ma questa volta per far sentire la disperazione in cui molti morfi vivono tutti i giorni della loro vita, magari non qui in Inghilterra, magari altrove, in luoghi in cui per loro, per noi, non c’è alcun rispetto. Non c’è pietà. E aspettano che succeda qualcosa.”

Here we stand or here we fall
History won't care at all
Make the bed, light the light
Lady mercy won't be home tonight

You don't waste no time at all
Don't hear the bell but you answer the call
It comes to you as to us all
Hey, we're just waiting
For the hammer to fall
La canzone non era delle più semplici. A Lillian aveva dato un senso di disperazione, e sentiva di non essere l’unica a pensarla in quel modo, ma durante le prove tutto aveva funzionato in modo preciso. Le voci, gli arrangiamenti, il pianoforte e la chitarra che incalzavano… era un ingranaggio ottimo, e valeva la pena mostrarlo, anche solo per far sentire a tutti la paura della sua generazione.
Oh every night, and every day
A little piece of you is falling away
But lift your face, the western way, baby
Build your muscles as your body decays

Toe your line and play their game
Yeah, let the anaesthetic cover it all
Till one day they call your name
You know it's time for the hammer to fall

Rich or poor or famous for
Your truth it's all the same
Oh no
Oh no
Oh lock your door but rain is pouring
Through your window pane
Oh no
Yeah          
Baby now your struggle's all vain
La tasso si rese conto di avere alzato il tono di voce solo quando il suono delle sue parole le rimbalzò all’orecchio dalle casse con più forza di quella che si aspettava. Si era fatta decisamente trascinare.
For we who grew up tall and proud
In the shadow of the mushroom cloud
Convinced our voices can't be heard
We just wanna scream it louder and louder and louder

What the hell we fighting for?
Ah, just surrender and it won't hurt at all
You just got time to say your prayers
Eh, while you're waiting for the hammer to hammer to fall
Hey, yes
It's starting to fall
While you're waiting for the hammer to fall
Give it to me one more time
A differenza di altri brani, per Hammer to Fall avevano deciso di rimanere in piedi, quasi immobili, per aumentare il senso di fatalismo della canzone. Ma le gambe di Lillian avevano bisogno di muoversi, di sbloccarsi…

Quasi senza soluzione di continuità, l’arrangiamento cambiò, il palco prese letteralmente un altro colore, mentre tutti si preparavano per il brano successivo. “Non avevamo mica detto che tutti i brani di oggi sarebbero stati pesanti, dopotutto,” fece Lillian.

Teenage dreams in a teenage circus
Running around like a clown on purpose
Who gives a damn about the species you come from?
No givin’ up when you’re young and you want some
Running around again
Running from running
Corinne e Lillian iniziarono a cantare col sorriso sulle labra, in perfetta sincronia. Questo era il brano che più facilmente erano riusciti a comporre durante le prove, e non avevano il minimo timore di poter sbagliare durante il concerto.
Waking up in the midday sun
What’s to live for?
You could see what I’ve done
Staring at emotion
In the light of day
I was running from the things that you’d say

We are not what you think we are            
We are golden, we are golden
We are not what you think we are
We are golden, we are golden

Teenage dreams in a teenage circus
Running around like a clown on purpose
Who gives a damn about the species you come from?
No giving up when you’re young and you want some
Running around again
Running from running
Running around again
Running from running
Running around again
Running from running
I was a boy at an open door
Why you staring
Do you still think that you know?
Looking for treasure
In the things that you threw
Like a magpie
I live for glitter, not you
We are not what you think we are
We are golden, we are golden
We are not what you think we are
We are golden, we are golden
Teenage dreams in a teenage circus
Running around like a clown on purpose
Who gives a damn about the species you come from?
No giving up when you’re young and you want some
Le due morfe si presero per mano, alzando il tono di voce durante il ritornello, quasi urlando la propria energia e voglia di vivere. Milla aveva suggerito di cambiare una piccola parte del brano, parlando di specie e non di famiglia: idea subito accolta, una parola che da sola poteva cambiare quasi totalmente il senso della canzone e che era piaciuta immediatamente a Lillian, che la sentiva molto più pregnante.
Now I’m sitting alone
I’m finally looking around
Left here on my own
I’m gonna hurt myself
Maybe losing my mind
I’m still wondering why
Had to let the world let it bleed me dry
Lillian prese la parola, sostituendosi a Corinne, il microfono in una mano e l’altra dietro di se, gli occhi socchiusi e gli zigomi increspati da un sorriso.
We are not what you think we are
We are not what you think we are

We are not what you think we are
We are golden, we are golden


Teenage dreams in a teenage circus
Running around like a clown on purpose
Who gives a damn about the species you come from?
No giving up when you’re young and you want some!

Il palco letteralmente esplose di suoni, quando le due morfe lanciarono le braccia al cielo e si unirono per l’ultima volta nel ritornello del brano.

Mentre gli applausi rombavano per la sala, i membri del gruppo si presero una pausa per respirare, bere un sorso d’acqua, allungare braccia e gambe, riposare qualche attimo la voce. Quindi, Corinne si schiarì la gola, e disse: “Ora, ragazzi, vorrei che cercaste di fare un po’ di spazio fra di voi. Ecco, così, un po’ più ampi, disperdetevi di più, per… perfetto, perfetto, così.”

Did you see it move
There's something there
It's in this very cloth that I weave
In the most peculiar ways that we behave
Dolcemente, Lillian iniziò uno degli ultimi brani, tenendo una mano sul petto.
It's the time of the turning and the old world's falling
Nothing you can do can stop the next emerging
The time of the turning and we'd better learn to say our goodbyes



Durante il pezzo strumentale, in cui Nicholas, Yvonne, Mills e Milla avrebbero dato del loro meglio, le due cantanti balzarono giù dal palco, unendosi al pubblico, portando con se i microfoni. L’idea era quella di ballare con tutti, con chiunque, umano o morfo che fosse, prendendosi per mano e improvvisando dei passi a tempo e a tema con la musica, in pochi minuti.
L’ultima cosa che Lillian si potesse aspettare, una volta raggiunto il pubblico, era di trovarsi di fronte Ivan. Per questo, appena lo vide, si bloccò. Il ragazzo le sorrise, in piedi in mezzo alla folla, mentre il cervello della morfa si prendeva qualche istante di pausa.
Lei gli prese una mano, mentre gli strumenti si fermavano.
It's the time of the turning and there's something stirring outside
If you stop for a moment you can feel it all slipping away
It's the time of the turning and the old world's falling
Nothing you can do can stop the next emerging
Time of the turning and we'd better learn to say our goodbyes

Tenendo ancora Ivan per mano, e fissandolo negli occhi, nel disperato tentativo di calmare i battiti del cuore, Lillian riprese a cantare. Aveva gli occhi di tutti fermi su di se, su di loro, e non poté far nulla per evitare che il sorriso le invadesse il volto…

Lui la prese sotto braccio, mentre gli strumenti sul palco riprendevano a suonare, facendole fare alcuni giri su se stessa. Quindi, appena tutto riprese, i due ballarono al ritmo indiavolato della canzone.
Tutto attorno a lei aveva temporaneamente smesso di esistere. Solo Ivan e Lillian in mezzo a una folla che applaudiva a tempo, ma che sembrava affacciarsi da dimensioni lontane.
Fu con una stretta al cuore che Lillian si ricordò di tornare sul palco. Lasciò la mano di Ivan con riluttanza, gli strizzò un occhio e corse di nuovo dal gruppo, arrivando poco prima che l’ultimo accordo lasciasse la chitarra di Nicholas.

“Siamo arrivati in fondo a questa corsa magnifica anche oggi,” disse la tasso, ancora ansante per la corsa. “E io sono decisamente fuori forma.” Un fischio la raggiunse dal fondo della sala.
“Direi che qualcuno la pensa diversamente,” commentò Corinne.
“Allora un gentile ringraziamento al mio… ammiratore anonimo,” fece Lillian, simulando un inchino. “Ma torniamo a noi. Siamo alla fine di questa cavalcata, e possiamo passare all’ultimo brano di oggi.”
“Abbiamo cercato di cambiarne alcune parti,” spiegò Corinne. “Perché ci piaceva troppo per non utilizzarlo, anche se le tematiche  sono completamente diverse. Tematiche e genere, direi. Ma è il caso di farvelo ascoltare, che ne dite?”

All of the lights
Lights, lights
All of the lights

Turn up the lights in here baby
Extra bright, I want y'all to see this
Turn up the lights in here, baby
You know what I need
Want you to see everything
Want you to see
All of the lights
Fast cars, shooting stars
All of the lights, all of the lights
Until it's Vegas everywhere we are
All of the lights, all of the lights
If you want it you can get it for the rest of your life
If you want it you can get it for the rest of your life
Riarrangiare il brano non era stato così difficile, dopotutto, grazie all’aiuto del pianoforte di Yvonne. La parte complessa era sistemare il testo, così che non facesse riferimento al mondo cantato dal rapper ma alla vita dei morfi. Lillian sentiva che le poche sostituzioni effettuate non erano abbastanza incisive: ancora il riferimento a Chris, parlare di umani che prendono il posto di morfi… poteva andare, ma non era sufficiente. Al resto del gruppo era piaciuto, e durante le prove la canzone le aveva dato i brividi giusti, ma in cuor suo sentiva che avrebbe dovuto fare di più, fare di meglio.
La voce di Corinne era perfetta per il pezzo: argentina, squillante, brillante, decisa. Era contenta di aver scelto lei in luogo di altri morfi.
Something wrong
I hold my head
CH gone...our morph’s dead!
I slapped my girl, she called the cops
I did that time and spent that bread
I'm heading home, I'm almost there
I'm on my way, heading up the stairs
To my surprise, a man’s replacing me
I had to take 'em to that ghetto university
Il microfono stretto in entrambe le mani, Lillian diede il suo massimo nell’infondere al suo canto il sentimento incalzante che West usava nel suo stesso pezzo. Non era così difficile, ma si sentì in leggero imbarazzo: non aveva mai avuto una passione per rap e hip-hop, ed era quindi la prima volta per lei alla prova con il genere.
All of the lights
Cop lights, flash lights, spot lights
Strobe lights, street lights
All of the lights, all of the lights
Fast life, drug life
Thug life, rock life
Every night
All of the lights
Nel ritornello Lillian spinse con tutta la propria forza, cercando di strizzare le ultime componenti di rabbia che le rimanevano quasi alla fine del concerto. Cantare era diventata per lei quasi una terapia: ogni brano scelto era una doccia per il suo animo, una lavanda interiore che la faceva sentire più serena, più pulita, che l’aiutava a scrollarsi di dosso quella negatività che aveva accumulato nei suoi 28 anni di vita.
Turn up the lights in here, baby
Extra bright, I want y'all to see this
Turn up the lights in here, baby
You know what I need, want you to see everything
Want you to see all of the lights

Restraining order
Can't see my daughter
Her mother, brother, grandmother hate me in that order
Public visitation
We met at Borders
Told her she take me back
I'll be more supportive
I made mistakes
I bump my head
Courts suck me dry
I spent that bread
She need a daddy
Baby please, can't let her grow up in that ghetto university

All of the lights
Cop lights, flash lights, spot lights
Strobe lights, street lights
All of the lights, all of the lights
Fast life, drug life
Thug life, rock life
Every night
All of the lights

Turn up the lights in here, baby
Extra bright, I want y'all to see this
Turn up the lights in here, baby
You know what I need, want you to see everything
Want you to see all of the lights


“Vi abbiamo mentito!” esclamò Lillian, prima che gli applause potessero spegnersi, facendo cenno a Nicholas di attaccare con il reale ultimo brano della serata.

Feeling so sad and tense
Confusion on my mind
Nothing makes any sense
Things are entwined
Corinne si pose una mano sulla fronte, a simulare un mal di testa, evocando visivamente la confusione mentale del brano.
Hopeless soul in the haze
Trying to find the way
Out of this wicked maze
To a new day

We will rise out of agony
And find a way to victory
Higher we go
Climbing up to the skies
Higher we go
A new day will arise
Le due morfe si avvicinarono, irrigidendosi, le mani rivolte al pubblico, mentre Nicholas si divertiva con la sua chitarra. Il suo godimento era tangibile, quasi visibile: era entusiasta di potersi esibire, di poter far valere la voce del suo strumento.
When all is crashing down
I know the time will heal
In this insanity
We'll find what is real

Together we are so strong
Holding our heads up high
We will carry on
'Til the day we die

We will rise out of agony
And find a way to victory
Higher we go
Climbing up to the skies
Higher we go
A new day will arise


Quando tutto terminò, quando ogni nota si spense definitivamente, rimase solo il boato della folla che li aveva seguiti fino a quell momento.

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