domenica, febbraio 13, 2011

Capitolo 16 – Lillian canta, finalmente

Lillian si costringeva a stare calma, mentre con Mills si recava al Campfire Tales. L’unico rumore nella macchina era il continuo graffiare delle unghie della tasso sulla plastica della maniglia della portiera; Mills se ne era lamentato per i primi due minuti dalla partenza, ma aveva desistito notando che la ragazza non riusciva a starsene ferma.
I due arrivarono, assieme al resto del gruppo, pochi minuti dopo l’apertura del locale, quando ancora nessun avventore aveva fatto il suo ingresso.
“Benvenuti tutti, ragazzi,” li aveva salutati Randolph, distribuendo pacche sulle spalle e strette di mano vigorose.  “Io… Dio, se sono contento di vedervi qui! Allora, ascoltate, immagino siate tesi… bello il vestito, Lilly… e immagino che magari non abbiate troppa voglia di socializzare, che vogliate anche un po’ provare a stare fra di voi, cose così, insomma. Ecco, se venite con me, dietro al palco ho fatto ricavare una stanza,” disse il ragazzo, conducendoli prima sul palco e quindi ad una porticina ricavata dietro un drappo che copriva la parete posteriore, a cui si accedeva da alcuni brevi scalini. “Qui,” fece, indicando lo spoglio ambiente, costituito da uno specchio, un tavolo con sette sedie e una cassettiera. “Spesso si riuniscono i gruppi che vengono a suonare qui da me, se vogliono stare tranquilli. Il vostro concerto è in scaletta per le 2130, così potrete avere tutto il tempo per prepararvi, mettervi tranquilli… fare insomma quello che volete fare, ecco. Ovviamente, se volete bere o mangiare o prendervi qualcosa, il locale è là fuori, ecco,” concluse, con un gran sorriso.
“Grazie, Randolph,” fece Mills, stringendogli la mano. “Sei un amico.”
“Gli amici siete voi, insomma, avete deciso voi di venire nel mio locale, dopotutto, sono io che vi ringrazio: non immaginate il volume di gente che mi è venuto a chiedere di questo cazzo di concerto, ragazzi…”
“Morfi?” chiese Nicholas, mentre Lillian scuoteva la testa al pensiero di quanta gente avrebbe dovuto affrontare.
“Oh, tanti morfi, gente. Preparatevi, sarà una serata di quelle che non dimenticherete troppo facilmente!” disse, quindi uscì dalla stanza.
Mills si rivolse verso gli altri. Lillian era seduta al tavolo, la testa sorretta da un braccio e lo sguardo a chilometri di distanza, Nicholas e Milla erano appoggiati al muro presso la cassettiera e Yvonne e Corinne erano sedute ai lati della porta. Il cane si batté un pugno nel palmo della mano. “Ottimo,” fece. “Penso di… non sapere neanche io cosa dire. Ci siamo, no?”
Nicholas si guardò l’orologio. “Mancano due ore. Vogliamo… fare qualcosa?”
“Io ho bisogno di bere,” fece Corinne. “Ho la gola così secca… faccio fatica a parlare.”
“E’ il caso che vada a prendere qualcosa, è vero,” convenne Mills. “Per ora, acqua e succhi di frutta, direi. Agli alcoolici penseremo dopo, a meno che…”
“Io voglio la mia birra,” disse Lillian. “Almeno mi distenderà un po’ i nervi.”
Mills inarcò un sopracciglio. “Sei sicura, Lilly?”
“Mills, ti ringrazio per la tua protezione, ma non sto diventando un’alcolista. Ho solo voglia di bere qualcosa di più forte di un succo di frutta per calmarmi un po’. Penso di averti scavato solchi profondi così nella tua portiera, sai. Mi basta un bicchiere.”
“Va bene. Altre ordinazioni più forti di un bicchiere di succo di frutta, ragazzi?”
“Una coca per me,” osò Milla.
“Altro? Bene, allora acqua per tutti, succo, una coca e una birra scura. Arrivo fra due minuti, gente.”
Milla e Corinne, quasi all’unisono, si sedettero accanto a Lillian, la scoiattolo ponendo lo schienale contro il petto per lasciare la gran coda libera di muoversi. “Sei agitata,” fece quest’ultima.
“Forse troppo.”
“Non hai mai cantato prima in pubblico?”
“Una volta cantavo nei cori di chiesa,” spiegò lei. “Ma non è la stessa cosa.”
Corinne scosse la testa. “No, è vero, qui c’è più gente che ci guarderà uno per uno. Nei cori non è mai così.”
Lillian le pose una mano sulla spalla. “Grazie, Corinne. Tu capisci il mio dolore.”
“Guarda, Lilly, non so se può aiutarti, ma anche io sono combinata veramente male, guarda,” fece la licaone, mostrandole una mano tremante. “Non so se le gambe mi reggeranno, quando saremo su. Sono una cagasotto, veramente, mi succede sempre quando so che c’è tanta gente a vedermi o cose del genere, ma quando poi inizio mi sciolgo e le cose vanno sempre avanti, sempre bene.”
La tasso annuì. “Spero andranno veramente bene come dici. Voi mi sembrate tutti così… sciolti.”
“Non guardare me,” fece Yvonne, abbozzando una risata nervosa.
Appena Mills tornò con le bevande, Corinne propose un brindisi d’incoraggiamento per il gruppo. Tutti accettarono; Lillian ne approfittò per poter finalmente bere un gran sorso della sua birra preferita: si sentiva la gola bruciare e aveva un gran bisogno di distendersi un po’. Il sapore della bevanda la rinfrancò, calmando il tremore nelle sue mani e facendola sentire appena più sicura di sé, quel tanto che le sarebbe stato sufficiente per salire quegli scalini e arrivare al suo posto sul palco; ma non era sicura di poter fare i passi successivi.
Quando scoccarono le nove e mezzo, il fischio del microfono annunciò l’arrivo di Randolph ancor prima delle sue parole. Il ragazzo si schiarì la voce. “Signori e signore, morfi e umani… questa sera sono ben felice di presentarvi una novità per il mio locale. Avrete sicuramente visto in giro nelle varie locandine, negli annunci e cose simili, della presenza di un gruppo, i London Morph Sextet, che si esibirà qui per la prima volta. Sono… be’, cazzo, sono estremamente fiero di ospitare il primo… vero… gruppo di soli morfi qui a Londra. Ed è ora che li vediate anche voi, quindi fate un bell’applauso e date il benvenuto sul palco a Mills, Lillian, Corinne, Yvonne, Milla e Nicholas! I London Morph Sextet!”
Mentre il pubblico applaudiva e Nicholas apriva la porta, Lillian si passò una mano fra i capelli. “Si comincia, allora,” fece, rivolta a Mills. Il cane indossò un paio di occhiali da sole dalle lenti circolari, molto piccole. “A quanto pare, sì,” disse, tendendole la mano. “Andiamo?”
“Andiamo.” La tasso prese la mano del morfo e si alzò in piedi, accompagnata da tutti gli altri. Insieme, salirono i due scalini che li separavano dal palco, Lillian alzando l’orlo dell’abito per non sporcarlo, Corinne di corsa, Yvonne e Milla esibendo un enorme sorriso in mezzo alle luci e Mills e Nicholas intonando il ritornello di Highway to Hell.
Quando tutti arrivarono sul palco, lo spettacolo agli occhi del pubblico era senza dubbio molto particolare. Mills, subito seduto alla sua batteria, sembrava a suo agio e il suo sguardo era concentrato sulle luci che li inondavano più che sul pubblico, ma il suo pelo lucido e brillante, fresco di toeletta, risaltava contro il nero della sua canottiera a spalle larghe e con i suoi particolari occhiali da sole a specchio; Lillian faceva più scalpore per essere a piedi nudi che non per il suo abito color oro o per i capelli raccolti con un bastone di legno in una acconciatura complessa che ne lasciava ricadere delle ciocche sulle spalle; accanto a lei, Corinne indossava un tubino monospalla bianco latte, semplice e quasi austero, molto contrastante con le macchie colorate della sua pelliccia, e le orecchie le tremavano d’eccitazione; Nicholas, che stava accordando il suo basso, era forse il membro del gruppo più particolare, con la sua camicia bianchissima, jeans scuri da cui usciva la sua lunga coda liscia e capelli pettinati verso sinistra, anche lui a piedi nudi; Yvonne, in piedi presso il pianoforte,  indossava lo stesso abito stile impero con cui Mills e Lillian l’avevano conosciuta, ma aveva aggiunto una lunga collana con delle ametiste di sua madre; infine, Milla portava una maglia senza maniche, nera come la pece come i suoi pantaloni, ma con un complesso disegno a forma di giglio ricamato con fili argentati sul petto e la coda adornata di nastri dello stesso luccicante colore.
La vista, nel suo complesso, era un insieme di colori e luci assolutamente d’impatto, ovviamente se si eccettuava il fatto che nessuno sul palco era umano. Il pubblico taceva, in attesa di una nota o di una parola.
Lillian e Corinne, davanti ai loro microfoni, si scambiarono un’occhiata. La licaone strizzò l’occhio all’altra, che annuì e tornò a rivolgersi al pubblico. “Salve,” disse. Sentire la sua voce risuonare per il locale le diede dei brividi: era una sensazione che non aveva mai provato prima di quel momento. Essere sotto i riflettori, anche se per un periodo breve, anche se assieme al resto del gruppo… Non aveva mai vissuto un momento simile, e non poteva dire che le dispiacesse. “Grazie per l’attenzione. Ammetto di essere… fin troppo nervosa,” disse, sorridendo. “Quindi sarò di poche parole, perché vorrei che stasera parlasse la nostra musica per noi.” Qualcuno dal fondo, una voce femminile, urlò qualcosa d’incoraggiamento a suo nome: forse Claire? O Francine? “Noi siamo i London Morph Sextet, e stasera vorremmo farvi vivere qualcosa della vita dei morfi di questa città, per capirci e… be’, per divertirvi, ovviamente. Direi che è il caso di iniziare,” concluse, facendo un cenno a Yvonne.

A long long time ago I can still remember 
How that music used to make me smile 
And I knew that if I had my chance 
I could make those people dance 
And maybe they'd be happy for a while 
Corinne si avvicinò al microfono, mentre Yvonne iniziava a scorrere le dita sui tasti. Al termine del brano, Milla intervenne sostituendo il suo violoncello ai suoni sintetici della canzone originale.
Did you write the book of love 
And do you have faith in God above 
If the Bible tells you so 
Now do you believe in rock 'n roll 
And can music save your mortal soul 
And can you teach me how to dance real slow 
La licaone guardava il pubblico ad occhi spalancati, il corpo rigido mentre cantava. Lillian le riservò più di uno sguardo durante i suoi versi: era palese che Corinne era intimidita, e avrebbe voluto trovare un modo per farla sciogliere.
Well, I know that you're in love with him 
Cuz I saw you dancin' in the gym 
You both kicked off your shoes 
You both kicked off your shoes 
Man, I dig those rhythm and blues 

I was a lonely teenage broncin' buck 
With a pink carnation and a pickup truck 
But I knew that I was out of luck 
The day the music died 
I started singing 
Così, mentre accompagnava la prima voce, Lillian ebbe un’idea.
Bye bye Miss American Pie 
Drove my chevy to the levee 
But the levee was dry 
And good old boys were drinkin' whiskey and rye 
Singin' this will be the day that I die 
This will be the day that I die 
Cantò assieme a Corinne durante il ritornello, sebbene questo non fosse assolutamente previsto dalla loro scaletta. La licaone, in modo assolutamente professionale, non si scompose, continuando a cantare, ma le lanciò uno sguardo perplesso. Lillian le rispose iniziando a battere le mani e a muovere il bacino a tempo con la musica.
I met a girl who sang the blues 
And I asked her for some happy news 
But she just smiled and turned away 
Durante il breve pezzo strumentale, Corinne le ammiccò, poi riprese a cantare.
Well, I went down to the sacred store 
Where I'd heard the music years before 
But the man there said the music wouldn't play 

Well now in the streets the children screamed 
The children screamed 
The lovers cried and the poets dreamed 
The poets dreamed 
But not a word was spoken 
The church bells all were broken
 

And the three men I admire the most 
The Father, Son and the Holy Ghost 
They caught the last train for the coast 
The day the music died 

They started singing 
Bye bye Miss American Pie 
Drove my chevy to the levee 
But the levee was dry 
And good old boys were drinkin' whiskey and rye 
Singin' this will be the day that I die 
This will be the day that I die 
Insieme, Corinne e Lillian ripresero a battere le mani, accompagnando ogni battito con un colpo d’anca. Negli occhi della licaone era apparsa una luce diversa, una luce più viva e attiva. Lillian si augurò che quella luce la potesse accompagnare per il resto del concerto.
Bye bye Miss American Pie 
Drove my chevy to the levee 
But the levee was dry 
And good old boys were drinkin' whiskey and rye 
Singin' this will be the day that I die 
This will be the day that I die 
We started singin' 
We started singin' 

We started singin 
Le due morfe si presero per mano e le alzarono al cielo all’ultima strofa.


L’applauso del pubblico la colpì in faccia come uno schiaffo. Lillian era incredula, il cuore le batteva così veloce che non era sicura che il petto avrebbe potuto contenerlo. “Uh,” sospirò nel microfono. Anche il solo fatto di sentir la propria voce ritornare dalle casse del locale le metteva un forte senso di soggezione. La faceva sentir nuda. “Be’, è una grande emozione poter sentire questo apprezzamento da parte vostra,” disse.
“E ci siamo solo scaldati,” commentò Corinne.
“Verissimo. Ma non ci siamo ancora presentati. La morfa alla mia sinistra, questo splendido esempio di licaone che vedete qui,” fece Lillian posando una mano sulla spalla di Corinne. “Risponde al nome di Corinne. Dietro di noi, però, ci sono i veri artisti che ci accompagneranno per il resto della serata…”
“Mills, alla batteria,” disse l’altra. “Nicholas, al basso, Yvonne al suo pianoforte e Milla al violoncello. Sento che sarà una bellissima serata, Lillian…”
“Penso anche io, ma credo anche che sia il momento di smettere di parlare e di ricominciare a suonare!” esclamò la tasso, facendo così segno agli altri di iniziare.
Lillian lasciò che Mills, Yvonne e Nicholas si divertissero ai loro strumenti, prima di iniziare a cantare, immettendosi direttamente dopo i vocalizzi iniziali dell’opera originale.

Pressure pushing down on me
Pressing down on you
No man ask for
Assieme a lei, anche Corinne iniziò a cantare. Le due si scambiarono uno sguardo d’intesa.
Under pressure
That burns a building down
Splits a family in two
Puts people on streets
Milla iniziò a muovere il suo archetto sul violoncello, fornendo alla canzone un delicatissimo sottofondo, mentre le due cantanti si avvicinavano l’una all’altra.
Um ba ba be
Um ba ba be
De day da
Ee day da
That's ok!

It's the terror of knowing
What this world is about
Watching some good friends
Screaming
'Let me out!'
Corinne prese la parola, prendendo il posto di David Bowie mentre la batteria di Mills si faceva sentire con più forza. Lillian concluse il suo pezzo allontanando da sé Corinne con una lieve spinta.
Pray tomorrow            
Gets me higher
Pressure on people
People on streets

Chippin' around
Kick my brains around the floor
These are the days it never rains but it pours
Ee do ba be
Ee da ba ba ba
Um bo bo
Be lap

People on streets
ee da de da de
People on streets
ee da de da de da de da
Il microfono stretto in tutte e due le mani, Lillian si avvicinò al limitare del palco, cantando mentre il coro di Corinne si alzava di tono, gradualmente, fino ad esplodere.
It's the terror of knowing
What this world is about
Watching some good friends
Screaming
'Let me out!'
Corinne cantava con una passion che non era mai trapelata durante le prove. Nel suo abito bianco, sotto le luci dei riflettori del locale, sembrava una statua che avesse appena preso vita, un gesto dopo l’altro, un cenno dopo l’altro, mossa da una forza interna normalmente invisibile. Presa da queste considerazioni, ci mancò poco che Lillian mancasse di cantare la sua parte.
Pray tomorrow
Gets me higher
Pressure on people
High high
People on streets

Turned away from it all like a blind man
Sat on a fence but it don't work

Keep coming up with love
but it's so slashed and torn
Le due morfe si abbracciarono, volgendo però lo sguardo al pubblico.
Why
Why
Why?
Love!
Lillian si staccò dall’abbraccio per finire ad urlare il suo “perché” al cielo.
Insanity laughs
Under pressure we're cracking

Can't we give ourselves one more chance
Why can't we give love that one more chance
Why can't we give love give love give love give love
give love give love give love give love give love
Nuovamente, entrambe si voltarono verso il pubblico.
'Cause love's such an old fashioned word
And love dares you to care for
The people on the edge of the night
And love dares you to change our way of
Caring about ourselves
This is our last dance
This is ourselves
Lillian e Corinne tornarono ad abbracciarsi, sempre cantando, sempre sfogando quello che la canzone gli suggeriva: la voglia di sentirsi uniti e di sentirsi amati dagli altri, la voglia di urlare a tutto e a tutti che non c’era motive per odiarli per ciò che non erano, che l’unica cosa sensate sarebbe stata semplicemente amarli per ciò che erano. Tutte parole, tutte sensazioni nascoste da sempre dentro di loro, ma che la musica riusciva a tirar fuori meglio e più di ogni altra cosa al mondo.
Under pressure
Under pressure
Pressure
Rimase solo Yvonne a suonare, mentre Corinne concludeva la canzone.


L’applauso fu più forte, più vicino e presente. Quella gente era lì per ascoltarli, perché loro erano morfi: fu questa realizzazione a stringerle lo stomaco, molto più che non quel secondo applauso. Qualcuno era lì per ascoltarli, per ascoltare Corinne, per sentire Yvonne, Mills, Nicholas, Milla… e lei. Quelle persone erano lì non per giudicarla per quel che era, ma per quel che faceva: per dire “non mi piace la sua voce,” per dire “non mi piace come canta,” non per prenderla in giro per la pelliccia.
“Uau,” fece Lillian, dando voce a questa “illuminazione.” “E’ stato veramente bello. Abbiamo scelto Under Pressure, così come tutte le alter canzoni di questa nostra esibizione, perché  secondo noi rappresenta ciò che accade alla comunità morfa: non tutti sono dell’opinione che sia giusto volerci bene… o almeno accettare la nostra presenza. Per la pelliccia, per le zampe, gli artigli, i musi, tutto ciò che ci separa da voi umani. Ma questi sono solo frammenti di una persona, che è molto di più, molto di più di una pelle.”
“Giusto, Lillian,” inteloquì Corinne. “E noi siamo… be’, siamo belli, cavolo! Avete visto che colori ci sono su questo palco? E la bellezza è solo il primo passo.”
“E la bellezza è solo un preludio.”
“Voglio dire, con un gruppo di quattro, dico quattro, donne, non vorrete che non si pensi anche un po’ ai sensi? E noi ne sappiamo tanto quanto gli esseri umani, ve lo dico io. E ora, se avete voglia, ve ne daremo un’idea,” concluse Corinne, facendo cenno a Milla e Nicholas di attaccare con la musica.

Them hustlers keep on talkin'
They like the way I'm walkin'
You saying that you want me
So press record, I'll let you film me
Corinne ancheggiava, lentamente, a tempo con la musica, mentre teneva le mani sui fianchi.
On your video phone
Make a cameo
Tape me on your video phone
I can handle you
Watch me on your video phone
On your video, video
If you want me you can watch me on your video phone
Lillian si unì a lei, con gli stessi movimenti. L’idea di cercare di muoversi in modo così sensuale di fronte a tutti la metteva in sincero imbarazzo: più volte aveva cercato di evitarlo, durante le prove, ma gli altri l’avevano ogni volta invitata a provarci. Capiva perfettamente che l’avevano fatto per farla sentire a suo agio e per evitare di farla sentire male durante il concerto, ma dall’esterno si vedeva come un fagotto impellicciato che tentava di sembrare sexy, cosa che non la riempiva d’orgoglio.
I love how you approach me
Fresh white with your pants hangin' grown man low
Everything you sayin' soundin' good to me
No need to convince me anymore
Swag up, it's right, one blade, it's tight
And I smell your cologne in the air
Baby you doin' somethin' right
You just cancelled every other man here
You say you like my bag and the color of my nails
You can see that I got it goin' on
I wanna make sure you remember me
So I'ma leave my number on your video phone
Nel frattempo, Corinne sembrava perfettamente a suo agio con il testo e con i movimenti. Staccò il microfono dal suo supporto, muovendosi nel frattempo lungo tutto il palco, testa e occhi rivolti costantemente al pubblico, con passi lenti, calibrati e un po’ esagerati, la coda che si muoveva serpentina dietro di lei, a tempo. In quel momento, Lillian invidiò ogni cosa di lei: la sua altezza, la sua forma fisica, il suo modo sensuale di incedere, la sua capacità di apparire sicura di fronte a tutta quella gente… tutte capacità che lei non sentiva sue.
I got no time for frontin'
I know just what I'm wantin'
If it's gonna be you and me
When I call, they better see me on your video screen
Them hustlers keep on talkin'
They like the way I'm walkin'
You saying that you want me
So press record, I'll let you film me
Corinne si chinò, rivolta verso il pubblico, mostrando apertamente la scollatura per qualche attimo, prima di ritornare al suo posto per il ritornello. La tasso pensò che l’altra avrebbe potuto evitare quel tipo di esibizioni.
On your video phone
Make a cameo
Tape me on your video phone
I can handle you
Watch me on your video phone
On your video, video
If you want me you can watch me on your video phone

You’re my phone star
And I'm happy when my lights flashin'
'Cause you’re on my receiver
Hubba, hubba
Honey, baby is so sexy that he should win an Oscar
And when you miss me, just remember that I always got you with me
I'll be your Gene, you'll be my Brando
I'ma put you in my movie if you think that you can handle
Can you handle it?
I know you like that
Can you handle it?
Era il suo momento. Lillian subito additò il pubblico, sottolineando il gesto ammiccando. Non riusciva a muoversi come Corinne, ma cercò ugualmente di imitarla, posando le mani sui fianchi e ancheggiando. Stando ai fischi sollevati dall’esibizione, la cosa doveva aver impressionato positivamente gli ascoltatori. Era forse la prima volta che qualcuno le facesse complimenti per qualcosa di simile alla sensualità: un buon inizio, pensò la tasso.
Turn you into a star, I got it like that
Can you handle it?
Baby don't fight it,
Tell 'em,C
'cause when I miss yo call
Can you handle it?
I hit you right back on my video phone
You like what you see?
Them hustlas like my fashion
You wanna video me?
They like the way I'm walkin'
You like what you see?
You sayin' that you want me
Go on and video me
So press record, I'll let you film me
Le due morfe si erano sempre divertite con quella parte. Si portarono vicinissime l’una all’altra, passando un braccio dietro la vita l’una dell’altra e scambiandosi versi.
On your video phone
Make a cameo
Tape me on your video phone
I can handle you
Watch me on your video phone
On your video, video
If you want me you can watch me on your video phone
Nel ritornello, le due ragazze si separarono, tornando presso i supporti dei loro microfoni.
Can you handle it?
Can you handle it?
Tell 'em, C
Can you handle it?
Can you handle it?
You like what you see?
Can you handle it?
You wanna video me?
Can you handle it?
You like what you see?
Can you handle it?
Go on and video me
Can you handle it?
You like what you see?
Can you handle it?
You wanna video me?
Lillian e Corinne ripeterono la scena precedente, ma in piedi ai loro microfoni, senza abbracciarsi come prima. Nel frattempo, Milla usava il suo strumento per ricreare i suoni aspri, sintetici del brano originale, con un effetto inaspettato.
You know them L, they be hollerin', 'specially them hot ones
Brooklyn, Atlanta, Houston, to New Orleans
When they see me, they be like "Yo C, let me call you"
You breakin' my focus, boy, you cute and you ballin'
You like it when I shake it?
Shawty on a mission, what yo name is?

What, you want me naked?
If you likin' this position you can tape it
On your video phone
Le morfe finsero stupore, coprendosi le guance con le mani, quindi di nuovo si portarono le mani ai fianchi, ancheggiando.
Hustla keep on talkin'
You like the way it's poppin'
You sayin' that you want me
Press record and baby, film me
On your video phone
Make a cameo

Film me
Tape me on your video phone, I can handle you
Film me
Watch me on your video phone, on your video, video
Film Me
If you want me you can watch me on your video phone

If you want me you can watch me on your video phone
Lillian e Corinne conclusero abbracciandosi nuovamente, il microfono nella mano libera.
“Strano, pensavamo di trovarvi tutti svenuti,” commentò Corinne. “Be’, allora a qualcuno la cosa è piaciuta, direi.”
“Direi di sì,” fece a sua volta Lillian. Ammise a se stessa di essersi divertita, anche se non era semplice da accettare in fondo. Era la prima volta nella sua vita in cui metteva alla prova se stessa con un tentativo di approccio alla sensualità, e sapere che c’era qualcuno nel pubblico a cui la cosa era piaciuta… era un grosso pezzo di piacere che si aggiungeva al suo ego. “Il mondo dei morfi non è poi così diverso da quello degli esseri umani,” disse. “Certo, non siamo come loro, ma anche noi abbiamo il nostro share di problemi: amori non corrisposti, un tiranno come capufficio, la fatica di arrivare a fine mese…”
“Ma anche la nostra quota di felicità di tutti i giorni,” fece Corinne. “E l’amore è una di queste,” disse.
All my life
And the hereafter
I've never seen
Someone like you
You're a knife
Sharp and deadly
And it’s me
That you cut into
Corinne iniziò a cantare, mentre Milla con il suo violoncello si sostituiva ai suoni elettronici della versione originale. A Lillian era sempre piaciuto il modo in cui la licaone aveva riarrangiato e riadattato la canzone al suo modo di cantare e di concepirla, agli strumenti che avevano a disposizione e alle loro due voci.
But I don't mind
In fact I like it
Though I'm terrified
I'm turned on but scared of you
Corinne si voltò rapidamente verso di lei, e Lillian si aggiunse alle voci, mentre Milla aumentava la velocità con cui l’archetto scorreva sul suo violoncello.
She's a monster
Beautiful monster
Beautiful monster
But I don't mind 
And I need her
Said I need her
Beautiful monster
But I don't mind
Ohhhh
No I don't mind
Said I don’t mind
I don’t I don’t mind
No I don't mind
I don’t mind
I don’t I don’t mind
No I don't mind
I don’t mind
I don’t I don’t mind
Ohhh
No I don't mind
Nel ritornello, Yvonne si agganciò a Milla, amplificando i suoi suoni attraverso il pianoforte. Non erano ritmi a cui lei fosse abituata, ma nelle prove aveva dato il meglio di sé, con risultati più che ottimi, e Lillian sapeva che avrebbe fatto lo stesso in concerto. Aveva visto la sua luce e la sua concentrazione durante le prove, e poteva letteralmente vederla brillare al suo pianoforte bianco, mentre le dita volavano sulla tastiera nonostante le grosse e sgraziate falangette zoccolute.
Nel frattempo, Corinne spingeva la propria voce al suo tono più alto; non aveva una grande estensione vocale, anche per sua stessa ammissione, ma aveva scelto lei stessa questa canzone perché le dava energia e le ricordava una vecchia relazione; era un legame con qualcosa di forte e la motivava, dando una maggior potenza al suo canto.
In her eyes
Is love and fire
And my heart
She's burning through
La licaone si muoveva sul palco con grazia, sempre rivolta verso il pubblico, con il microfono in una mano e l’altra contro gli ascoltatori, gesticolando verso di sé e verso di loro a sottolineare i suoi versi.
But I don't mind
In fact I like it
Though I'm terrified
I'm turned on but scared of you

She's a monster
She's a monster
Beautiful monster
Beautiful monster
Beautiful monster
Beautiful monster
But I don't mind 
I don’t mind
And I need her
And I need her
Said I need her
Said I need her
Beautiful monster
Beautiful monster
But I don't mind
I don’t mind
I don’t I don’t mind
No I don’t mind
 
Dal canto suo, Lillian rimase al suo posto presso il suo microfono.
Playing with my heart
And she's playing with my mind

And I don't mind
I don’t I don’t mind
No I don't mind
I don’t I don’t mind
No I don’t mind
I don’t I don’t mind
No I don’t mind
I don’t I don’t mind

I don't mind
I don’t I don’t mind
No I don't mind
I don't mind
I don’t I don’t mind
No I don't mind
I don’t I don’t mind
I don’t mind
I don’t I don’t mind
No I don’t mind

Beautiful monster
Corinne esplose nel silenzio degli strumenti.
She's a monster
She's a monster
Beautiful monster
Beautiful monster
But I don't mind 
But I don't mind 
Said I don’t mind
And I need her
And I need her
Said I need her
Said I need her
Beautiful monster
Beautiful monster
But I don't mind
I don’t mind
I don’t I don’t mind
No I don’t mind
 
I don’t mind
I don’t I don’t mind
No I don’t mind
 
I don’t mind
I don’t I don’t mind
No I don’t mind
 


Senza soluzione di continuità, senza parole e senza alcuna stanchezza, Nicholas si agganciò a Beautiful Monster, intonando un breve assolo con il suo basso; assolo che si trasformò nel giro di pochi secondi nell’introduzione di Kiss. Lillian aveva sempre saputo che il topo aveva talento, e questa piccola transizione, che lui stesso aveva ideato durante una delle serate di prova, lo dimostrava apertamente.       

You don't have to be beautiful
to turn me on
Sorridendo, Lillian prese il microfono in mano.
I just need your body baby
From dusk till dawn
You don't need experience
To turn me out
You just leave it all up to me
I'm gonna show you what it's all about
Cantare davanti a tutti quella canzone la faceva sentire strana: allegra, euforica, ma anche un po’ impaurita per quelle che avrebbero potuto essere le reazioni della gente. Ma gli applausi e i fischi provenienti dal pubblico appena gli accordi di Nicholas divennero riconoscibili… be’, la ripagarono dell’imbarazzo.
You don't have to be rich
To be my man
You don't have to be cool
To rule my world
Quando Corinne si unì a lei, Lillian stucco il microfono, ammiccando al pubblico. La licaone aveva avuto l’idea di volgere la canzone al femminile, e la tasso era ben felice del risultato.
Ain't no particular sign I'm more compatible with
I just want your extra time and your

Kiss
Durante il riff di Nicholas, Lillian e Corinne lanciarono un bacio al pubblico, che esultò.
You got to not talk dirty, baby
If you wanna impress me
You can't be to flirty, mama
I know how to undress me

I want to be your fantasy
Maybe you could be mine
La morfa indicò il pubblico, poi se stessa, ammiccando ancora.
You just leave it all up to me
We could have a good time

You don't have to be rich
To be my man
You don't have to be cool
To rule my world

Ain't no particular sign I'm more compatible with
I just want your extra time and your
Kiss

Men not boys rule my world
I said they rule my world
Act your age, papa
Not your shoe size
Not your shoe size
Maybe we could do the twirl
Le ragazze lasciarono che Nicholas si sfogasse alla chitarra, quindi corserso insieme verso i bordi del palco, presso il pubblico, chinandosi verso di esso.
You don't have to watch Dynasty 
To have an attitude

You just leave it all up to me
My love will be your food 

You don't have to be rich
To be my girl
You don't have to be cool
To rule my world
Lillian si erse, chiudendo gli occhi e iniziando ad alzare il tono e la voce.
Ain't no particular sign I'm more compatible with
I just want your extra time and your
Poi lasciò che i polmoni si svuotassero totalmente, quasi urlando nel microfono.
Kiss
Gli strumenti tacquero prima che lei pronunciasse la sua ultima parola, quindi Lillian diede il suo bacio al pubblico, concludendo la canzone.

Lillian lasciò che l’applauso scemasse per prendere la parola. “Il prossimo brano… be’, forse avremmo dovuto metterlo all’inizio, ma poi abbiamo pensato che non sarebbe stata una ottima introduzione per il gruppo.”
“Inoltre, non sarebbe stato neanche carino mostrarvi subito le nostre parti migliori,” disse Corinne. “Perché il prossimo pezzo è poco noto, ma ci siamo messi d’impegno per farlo veramente nostro. E non sarà facile riconoscerlo.”
“E’ un pezzo particolare, che parla di notti come queste e di come ci si sente a non essere umani. Credetemi, non è poi così male.”

Hello
Here I am
Here we are
We are one        
I've been waiting for this night to come
Yvonne iniziò a suonare col suo pianoforte, mentre Lillian, con dolcezza, con toni suadenti, cantava. Alle chitarre, bassi e batterie del brano originale era stato sostituito il pianoforte, che riempiva l’aria di note calme, distese; la voce di Lillian, lenta e calda, a sua volta contrastava con ciò che i KISS avevano prodotto.
Get up!
Quando la morfa alzò di colpo la mano destra, chiusa a pugno, Nicholas e Mills esplosero per un attimo fra piatti e corde, distruggendo per quel minimo istante la placida atmosfera precedente. La morfa si concesse un attimo per respirare l’apprezzamento del pubblico, espresso sotto forma di un ruggito.
Now it's time for me to take my place
The make-up runnin' down my face
We're exiled from the human race
Di nuovo, solo il pianoforte servì come sottofondo alla voce della tasso.
You're in the psy-
Psycho circus
You're in the psy-
Psycho circus
I say welcome to the show!
E ancora, appena Corinne si unì al canto, Mills e Nicholas imprimettero al brano i toni della versione originale, in un’esplosione di rock improvviso.
I've been waiting here to be your guide
So come
Reveal the secrets that you keep inside
Quando il ritornello terminò, Yvonne riprese il controllo della scena, con il suo strumento.
Step up!

No one leaves 'til the night is done
The amplifier starts to hum
The carnival has just begun!

You're in the psy

You're in the psycho circus
You're in the psy
You're in the psycho circus
Yeah I say welcome to the show
Welcome to the show
Welcome to the show
The show.
Durante la scelta delle canzoni, c’era stata una certa diatriba sulla possibilità di cambiare parti di Psycho Circus: nessuno voleva che desse l’impressione sbagliata, accennando a circhi e travestimenti, ma l’idea del “sentirsi esiliati dalla razza umana” aveva preso il sopravvento. E Lillian era ben felice di poter cantare queste parti, dopo aver contribuito a riarrangiare l’intero pezzo in un modo che aveva colpito i presenti alla loro serata di prove generali. E che aveva, ovviamente, colpito anche tutti i presenti di quella sera.
I, I've been waiting here to be your guide
So come
Reveal the secrets that you keep inside

Step up!

No one leaves 'til the night is done
The amplifier starts to hum
The carnival has just begun!

You're in the psy
You're in the psycho circus
You're in the psy
You're in the psycho circus
You're in the psy
You're in the psycho circus
You're in the psy
You're in the psycho circus
And I say welcome to the show
Welcome to the show
Welcome to the show
And I say welcome to the show!


“Viene ora un pezzo difficile,” disse subito Corinne. “E’ di una artista della nostra terra, una storia di vendette e di cuori spezzati.”
“Cuori che a volte sono i nostri vicini a spezzarci, con un rifiuto che non sembra avere motivo se non un odio nei confronti di chi non è come noi,” fece Lillian. “Si possono passare ore a piangere, ma le lacrime non ci restituiscono la felicità persa. Ed è per questo che molti, poi, passano al lato opposto: la rabbia.”

There's a fire starting in my heart,
Reaching a fever pitch and it's bringing me out the dark
Finally, I can see you crystal clear.
Go ahead and sell me out and I'll lay your shit bare.
Lillian si portò accanto al microfono, così vicina da far quasi sentire il suo respiro, le mani incrociate sul petto, mentre Yvonne percuoteva con forza i tasti del suo piano, con insistenza, sostituendosi alla chitarra della canzone originale.
See how I leave, with every piece of you
Don't underestimate the things that I will do.
There's a fire starting in my heart,
Reaching a fever pitch and it's bringing me out the dark
Mills s’introdusse, aggiungendo con la sua batteria un ritmo cadenzato e battente.
The scars of your love, remind me of us.
They keep me thinking that we almost had it all
The scars of your love, they leave me breathless
I can't help feeling...
Lillian lentamente afferrò il microfono sul suo supporto, continuando a cantarvi a distanza ravvicinata.
We could have had it all...
You're gonna wish you, never had met me...
Rolling in the deep
Tears are gonna fall
Rolling in the deep
You had my heart...
You're gonna wish you...
Inside of your hand
Never had met me
And you played it...
Tears are gonna fall...
To the beat        
Rolling in the deep
La morfa staccò il microfono, mentre la sua voce si alzava di tono e di intensità e Corinne s’inseriva con il coro.
Baby I have no story to be told,
But I've heard one of you and I'm gonna make your head burn.
La tasso d’improvviso puntò il dito contro il pubblico, aggrottando le sopracciglia.
Think of me in the depths of your despair.
Making a home down there, it reminds you of the home we shared.
Poi si portò la mano sul cuore, scuotendo lentamente la testa ad occhi chiusi.
You're gonna wish you
The scars of your love
Never had met me...
remind me of us.
Tears are gonna fall
They keep me thinking
Rolling in the deep
That we almost had it all
You're gonna wish you
The scars of your love
Never had met me...
They leave me breathless
Tears are gonna fall
I can't help feeling...
Rolling in the deep
Durante il ritornello, Lillian e Corinne si voltarono l’una verso l’altra, avvicinandosi e allontanandosi come elastici in tensione.
We could have had it all...
You're gonna wish you, never had met me...
Rolling in the deep
Tears are gonna fall
Rolling in the deep
You had my heart...
You're gonna wish you...
Inside of your hand
Never had met me
And you played it...
Tears are gonna fall...
To the beat                    
Rolling in the deep
Lillian tornò a rivolgersi al pubblico, la mano destra libera stretta a pugno sul cuore.
Could have had it all
Rolling in the deep.
You had my heart inside of your hand,
But you played with the beating.

Throw your soul through every open door
Whoa
Count your blessings to find what you look for
Whoa
Turn my sorrow into treasured gold
Whoa
You’ll pay me back in kind and reap just what you sow.
La tasso rivolse la mano libera al pubblico, muovendola come se gesticolasse durante una conversazione animata, sottolineando con forza le parole cantate.
You're gonna wish you
Never had met me...
We could have had it all      
Tears are gonna fall
Rolling in the deep
We could have had it all
You're gonna wish you
Never had met me...
It all.
Tears are gonna fall
It all.
It all.
Rolling in the deep
Stavolta fu Corinne ad avvicinarsi al pubblico, arrivando sul limitare del palco con il microfono in una mano e l’altra sul petto.
We could have had it all...
You're gonna wish you, never had met me...
Rolling in the deep
Tears are gonna fall
Rolling in the deep
You had my heart...
You're gonna wish you...
Inside of your hand
Never had met me
And you played it...
Tears are gonna fall...
To the beat                   
Rolling in the deep
We could have had it all...
You're gonna wish you, never had met me...
Rolling in the deep
Tears are gonna fall
Rolling in the deep
You had my heart...
You're gonna wish you...
Inside of your hand
Never had met me
And you played it...
Tears are gonna fall...
To the beat                   
Rolling in the deep
We could have had it all...
You're gonna wish you, never had met me...
Rolling in the deep
Tears are gonna fall
Rolling in the deep
You had my heart...
You're gonna wish you...
Inside of your hand
Never had met me
But you played it
You played it.
You played it.
You played it to the beat.
Lillian stringeva la mano sul suo petto e cantava con una tale energia da far quasi sembrare che stesse male. E, in un certo senso, era vero: non era mai riuscita, durante le prove, a non pensare a tutte le volte in cui qualcuno le aveva spezzato il cuore con la sua cattiveria, con insulti e barriere levate a causa del suo non essere umana, a causa della sua diversità. E la canzone, uscendo dalle sue labbra, trasformava questo dolore in rabbia, quasi in violenza, espressa con l’intensità, il tono, il volume della sua voce durante il ritornello, in cui quasi arrivava ad urlare nel microfono, quasi a voler estendere questo rancore, questa ira repressa al pubblico intero, che li guardava rapiti, con un misto di paura e di ammirazione. Molti fischiavano, o urlavano al loro indirizzo, coinvolti e presi dalla musica, ma tutto ciò rimaneva oltre la soglia di percezione della morfa, il cui primo pensiero era solo quello di tirar fuori tutto quello che aveva sobbollito troppo a lungo dentro di lei.

All’ultima nota emessa dal pianoforte di Yvonne, Lillian fece cadere le braccia lungo i fianchi e chiuse per un secondo gli occhi, spossata. Il mondo, che fino a quel momento era rimasto un’entità distante, quasi inesistente, le piombò addosso sotto forma di applausi e urla dalla folla, cogliendola ancora una volta impreparata.
Tirò un gran sospiro e si riprese, tamburellando col piede  nudo sul pavimento. La sensazione del legno vivo sotto di lei la fece sentire nuovamente viva. Si voltò indietro, osservando Mills. Aveva la lingua penzoloni per la stanchezza e per la fatica, si era tolto gli occhiali da sole, ma gli occhi erano brillanti come due sfere d’ossidiana. Era felice.
Dal canto suo, si sentiva fisicamente spossata, ma l’ebbrezza di avere davanti a sé un pubblico che cantava seguendo la loro musica, che si esaltava e ballava secondo ciò che loro facevano, era una sensazione unica al mondo. Non l’aveva mai provata prima di allora, e la faceva sentire bene come null’altro.
In quel momento pensò di comprendere come si sentissero Mills e Corey durante i concerti. In quel momento credette di capire cosa passasse fra i due, l’alchimia che si era instaurata fra i due ragazzi, unici morfi nel gruppo. Così, decise di giocare la sua carta, l’occasione che si era studiata ormai da molto tempo.
“Bene, siamo… siamo arrivati all’ultima parte della nostra esibizione,” annunciò al microfono. “L’ultima canzone che… l’ultima canzone di stasera è speciale, ed è dedicata ad una persona speciale. Ora tocca a noi, con Because the Night. La dedico a Corey e a tutti i suoi amici.”
Lillian poté percepire distintamente lo sguardo di Mills sulla sua schiena, ma scelse di ignorarlo.

Take me now, baby, here as I am
Hold me close, try to understand
Desire is hunger, is the fire I breathe
Love is the banquet on which we feed
Lillian si accostò al microfono, le braccia lungo i fianchi, tese.
Come on now, try and understand
The way I feel when I’m in your hand
Take my hand, come undercover
They can’t hurt you now
Can’t hurt you now
Can’t hurt you now
Di colpo alzò le mani, allargando le braccia e chiudendo gli occhi.
Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to lust
Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to us
Afferrò il microfono, levando la voce con forza, graffiando l’aria con le sue corde vocali.
Have I doubt when I’m alone
Love is the ring, the telephone
Love is an angel disguised as lust
Here in our bed until the morning comes
Il microfono in mano, Lillian passeggiò fino a raggiungere prima Yvonne, dietro di lei, quindi Nicholas.
Come on now, try and understand
The way I feel under your command
Take my hand as the sun descends
They can’t hurt you now
Can’t hurt you now
Can’t hurt you now
Si voltò verso il pubblico, che stava cantando assieme a lei, un brivido lungo la schiena.
Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to lust
Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to us
Lillian cantava con trasporto, chiudendo le mani a pugno e riaprendole continuamente, scatenandosi alla conclusione di ogni verso.
With love we sleep
With doubt the vicious circle
Turn and burns
Without you I cannot live
Forgive, the yearning burning
I believe it's time, too real to feel
So touch me now, touch me now, touch me now
La voce più profonda, incupita, impugnava il microfono con forza, come a volerlo punire, mentre le voci del pubblico svanivano dalla sua mente.
Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to lust
Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to us
Aprì di nuovo le braccia, alzandole al cielo, mentre Mills percuoteva piatti e tamburi.
Because tonight there are two lovers
If we believe in the night we trust
Because tonight there are two lovers
If we believe in the night we trust
Because tonight there are two lovers
If we believe in the night we trust!

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