lunedì, agosto 01, 2011

Capitolo 40 – Lillian rivela un segreto

Lillian si fermò, guardando un abito scuro all’interno della vetrina di un negozio di grandi firme. Le ricordò quello che Ivan le aveva regalato pochi giorni prima. “Fran,” chiamò, fermando l’amica, che era pochi passi davanti a lei, due buste in una mano e il telefono nell’altra. “Vieni a vedere,” le chiese, indicandole poi l’abito. “Come mi vedresti in… una cosa del genere?”
L’orsa si aggiustò gli occhiali sul muso e scostò una ciocca di riccioli dagli occhi. “Mi sembra… è davvero un bell’abito, Lilly,” fece. “Penso che staresti bene.” Le sorrise, rivolgendole un’occhiata perplessa e divertita.  “Da quando ti interessi di questo tipo di vestiti? Tu non eri la Lillian che badava poco o nulla a come si conciava?”
“Sì, be’, la gente cambia, no?” replicò l’altra. “E’ che… Va bene, a te lo devo dire, Fran. Ma mi devi giurare che non ne farai parola con nessuno,” le fece poi, puntandole contro i suoi occhi castani.
La morfa si tracciò con le dita una croce sul cuore. “Giuro. Cosa è successo, Lilly?”
“Nulla di cui ti debba preoccupare, Fran. Hai presente quel mio studente dell’istituto di musica?”
“Ivan? O qualcosa di simile, no?”
“Lui.”
“No, non andare avanti,” fece lei, posandole una mano sulla spalla. “Stai per dirmi che gli hai detto cosa pensi di lui.”
“Sì. Cioè, no, io… ha iniziato lui. Eravamo nella sua macchina, lui mi ha… detto che gli piacevo e mi ha baciata. Ecco, è andata così,” le fece, giungendo le mani sul petto. “E poi gli ho detto quello che sentivo io per lui.” Le due morfe si studiarono per qualche attimo. Lillian rimase in silenzio ad osservare il sorriso imbarazzato di Francine. “Fran? In genere nei film in questi momenti le amiche si abbracciano felici per l’evento.”
“Oh, Lilly, sì, io sono felice per te, davvero,” le disse. “Ok, no, aspetta, forse… forse “felice” è una parola troppo grossa.”
“Cosa c’è che non va?”
“…lui,” rispose l’orsa, dopo qualche secondo.
 “Perché?” chiese Lillian. “Perché è umano?”
“No, Lilly, no, no, no, assolutamente no,” fece l’altra. “Assolutamente no.”
“Allora che problema c’è?” ripeté la tasso, allargando le braccia. “Merda, finalmente si esaudisce un… un desiderio che mi tenevo dentro da così tanto tempo, e una delle mie migliori amiche non sa come dirmi che per lei c’è qualcosa che non va?”
“Mi puzza, Lilly. Non mi sembra una persona… limpida, ecco.”
Lillian sospirò, ma non replicò.
“Scusami, Lillian.”
“Ma tu non lo conosci…”
“L’ho visto.”
“Dove?”
“E’ venuto spesso ai tuoi concerti, almeno, è venuto spesso quando c’ero io.”
“E come fai a…”
“Non lo so, Lillian, non lo so davvero. Per questo non riesco a dirti di essere completamente felice e non riesco neanche a… Lilly, a me quel ragazzo non convince.”
“Continui a dirlo, ma non capisco perché, Fran.”
“Se lo sapessi te lo direi, tesoro,” tagliò corto l’orsa. “Ma sai una cosa? Non preoccuparti di quello che ti dico io, dopotutto non ho mai avuto una gran fortuna in queste situazioni, quindi magari…”
“Ah-ah. Lanci il sasso e ritiri la mano, Fran? Mi preoccupo di quello che mi dicono le amiche, perché per me la vostra opinione conta. E se mi dici che per te Ivan non è “limpido,” vorrà dire che farò… di tutto per capirlo meglio. E vedremo poi se è vera la tua intuizione.”
Francine distolse lo sguardo dal volto dell’amica. “Scusa. Non avrei dovuto.”
“Ehi, Fran, va tutto bene,” disse lei, prendendole la mano. “Hai le tue idee. Anche se non sono esattamente identiche alle mie, mi va bene. Ne prendo atto, ma non ti terrò mai il broncio o cose del genere solo perché non la pensi come me. Che razza di amica sarei, altrimenti?” concluse, nel tentativo di riportare il sorriso sul volto dell’amica delusa.
Inutile dire che, nonostante ogni rassicurazione, le parole di Fran continuarono a rombare nella testa della morfa a lungo durante l’intera serata. Persino a letto, sperando di potersi finalmente addormentare, non riusciva a non pensare a quanto la cosa l’avesse colpita. Francine non aveva mai realmente conosciuto Ivan, eppure non le era piaciuto. Lillian ricordò che anche Mills non aveva avuto una buona impressione del ragazzo, e non poté evitare di chiedersi cosa avesse per tutti di così sbagliato. O come mai lei non riuscisse a percepire le loro stesse cose. Era troppo innamorata? Gli “occhiali rosa” le impedivano di vedere bene?
Si chiese poi perché avesse atteso così tanto tempo per rivelare a qualcuno ciò che era accaduto nei giorni precedenti. Non aveva mai fatto menzione della serata con Ivan, né di ciò che era successo in seguito. Il solo pensiero la faceva volare oltre il settimo cielo, eppure l’idea di condividere la cosa con qualcuno la rendeva nervosa. Di cosa aveva paura? Sicuramente qualcuno ne sarebbe stato felice, altri avrebbero avuto reazioni simili a quella dell’orsa, per un motivo o un altro, ma alla fine non era forse lei l’unica a poter avere l’ultima parola sui propri sentimenti?
Finalmente si addormentò. 

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