lunedì, gennaio 03, 2011

Capitolo 12 – Lillian progetta il fine anno

Lillian respirò a pieni polmoni il profumo che risaliva dalla tazza di tè verde, caldo e appena preparato. Nel salotto di Francine, oltre a lei e alla padrona di casa, erano presenti anche Claire e Milla.
“Visto che siamo tutte e quattro da sole in questo posto,” iniziò Francine, porgendo anche a Claire una tazza di tè. “Pensavamo di aggregarci,” spiegò a Milla. “Fare un bel fine anno tutte insieme appassionatamente.”
“Mi sento piuttosto esclusa,” fece Claire. “Perché non posso organizzarlo io, come gli scorsi anni?”
“Perché l’anno scorso, signorina, ci hai fatte finire in un rave,” la rimbeccò Lillian.
“E allora? Era divertente!”
“Per te, forse.”
“Andiamo, ragazze, trasgredite un po’! Non vi siete rotte di queste vite? Perché non vogliamo davvero fare qualcosa di nuovo, di diverso, di particolare…”
“Non dico che non sia divertente osare, fare cose particolari, strane eccetera, Claire, ma i rave, che io sappia, piacciono solo a te, almeno per quel che riguarda la nostra cerchia di conoscenze.”
“Abbiamo approvato solo perché, come dici tu, era qualcosa di diverso, un’esperienza nuova,” disse l’orsa. “Ma non vuol dire che ci dovesse piacere per forza. Non è colpa tua, Claire, stiamo giocando, ma questa volta vorremmo fare una proposta più corale.”
La tigre sbuffò. “Va bene. Come volete voi. Forza, allora: che proposte ci sono?”
“Be’…” iniziò Lillian. “Io voglio vedere i fuochi da un posto interessante.”
“Non hai mai visto i fuochi?” fece Claire, stupita.
“Sì che li ho visti, ma… voglio dire, sempre al balcone, o alla finestra, o in televisione… quest’anno voglio esserci in mezzo!”
“In mezzo…” sussurrò Milla. “In mezzo ai fuochi c’è il London Eye.”
Tutte si voltarono a guardarla. “E’ vero. Il London Eye…” commentò Francine.
“Sarebbe veramente epico trovarsi lì sopra, in mezzo a tutto…” disse Claire.
“Io direi che è aggiudicato,” concluse Lillian.
“Ma dovremmo essere lì prestissimo… immaginatevi: è fine anno, vorranno esserci… tutti. O quasi,” disse l’orsa.
“Be’, tu hai altri programmi per quel giorno?”
“Non so, effettivamente, ma… be’, vorrei almeno il tempo per rendermi presentabile. O volete che venga in tuta da ginnastica?”
“Basta che Lilly non si presenti in pigiama,” disse Claire.
La tasso le rispose mostrandole il medio. “La verità è che tu non comprendi il mio intimo.”
“Forse…” fece Milla. “Non posso assicurarvi nulla, ragazze, ma credo che si possa fare qualcosa per renderci la vita più facile. Mio padre… conosce qualcuno che si dovrebbe occupare proprio dei fuochi.”
“Davvero?”
“Sì. Non so bene chi, né cosa faccia, me ne ha solo accennato qualche giorno fa, ma penso che forse lui possa ottenere dei biglietti, farci riservare dei posti o cose del genere.”
“Se si potesse, faresti passare a tutti un fine anno splendido,” disse Claire.
“Sì, be’, ma se non ci riuscissi non fa nulla, Milla,” la interruppe Lillian.
“Ci vogliamo organizzare con un piano B?” suggerì Francine. “Giusto per essere sicure.”
“Una notte al museo?”
“Quello di storia naturale non sarà aperto,” disse Milla. “Ma consentiranno di pattinare sul ghiaccio tutta la notte, durante i festeggiamenti.”
“Mi piace… mi piace…” commentò Claire. “Chi ha i pattini?”
“Io li ho,” disse Lillian. “Sono completamente inetta al pattinaggio, soprattutto sul ghiaccio, ma a casa dei miei ho dei pattini. Devo solo andare a recuperarli.”
“Bene. Anche io non so pattinare,” disse Claire. “Tanto sono ben cosciente che cadrò, mi farò malissimo e tutti rideranno di me, ma penso che riderò anche io come una scema per tutto il tempo, quindi non è un problema. Voi?”
“Io mi vergogno troppo…” ridacchiò Francine. “Non ho i pattini e sono completamente negata per queste cose!”
“Io ho pattinato molto quando ero più piccola,” disse Milla. “Qualcosa mi ricordo ancora. Però non ho i pattini…”
“Li troveremo,” fece Lillian. “L’idea mi piace un sacco, quasi più dei fuochi.”
“Be’, nessuno ci impedisce di farle entrambe,” commentò Claire. “Vedere il cielo di Londra esplodere e poi volare a pattinare.”
“Il Museo di Storia Naturale non è propriamente a due passi dall’Eye,” fece notare l’orsa.
“Be’, una passeggiata di un’ora non ci fermerà, credo, no?”
“Anche due, con tutta la gente che ci sarà.”
“La metro però è gratis. Potremmo prendere quella.”
Qualcuno bussò alla porta. “Deve essere Mills,” disse Lillian. “Gli ho detto che eravamo qui per decidere del fine anno, mi sono permessa di invitarlo.”
“Ah, ottimo,” disse Francine, andando ad aprire. “A volte ci vuole una presenza maschile. Ben arrivato, Mills.”
“Ciao, Fran. Ciao ragazze,” disse il cane, entrando. “Ciao Milla. Non mi aspettavo di vederti qui.”
“Milla è ospite speciale del club “Fine Anno in Solitaria,”” fece Lillian.
“Quindi io sono un vero e proprio… clandestino, direi.”
“No, sei sempre ben accetto, caro batterista.”
“A proposito di batteria,” disse Claire. “Concertisti dei miei stivali, perché non ci dite qualcosa su di voi?”
“Ieri abbiamo avuto una sessione di prove,” fece Lillian, mentre Mills si sedeva sul sofa accanto a Francine. “La seconda di quella che spero possa essere una lunga e felice serie.”
Milla sorrise. “Mi è piaciuta molto.”
“Ah, credo sia piaciuta a tutti,” commentò Mills.
“Cosa avete suonato?”
“Abbiamo provato tutte le canzoni di quello che sarà il nostro primo concerto.”
Claire drizzò le orecchie. “Primo concerto?”
“Sì, carissima,” fece Mills. “Primo concerto. Stiamo già prendendo accordi.”
“Dove? Con chi? Quando?”
“Ah-ah,” fece Lillian. “Segreto professionale.”
“Ci sta pensando Lilly,” fece Milla. “A dire il vero sappiamo poco anche noi.”
Claire esibì il suo inquietante sorriso fatto di zanne. “Bene. Ora so chi devo corrompere, e so anche come.”
“Non ti consiglio di provarci, se non vuoi qualche piercing in posti strani,” le rispose Lillian, puntandole addosso il cucchiaino da tè. “Posso ucciderti con molto meno, tigrotta. Comunque, la sessione di prove di ieri è andata oltre ogni mia aspettativa,” fece.
“Perché?”
“Perché… il gruppo era in perfetta forma, evidentemente. In sintonia, ecco. Ogni parte, nonostante le varie prove e riprove effettuate, è stata eseguita con la perfezione di un orologio.”
“Eravamo in stato di grazia,” disse Mills.
“Non esageriamo…” commentò Milla.
“No, sul serio,” fece Lillian. “Siamo stati un orologio perfetto, funzionante fino all’ultimo. E’ normale riprovare più volte in caso di errori, è normalissimo, dopotutto non siamo… dei geni assoluti, ecco. Ma siamo stati così fortunati da trovarci tutti nel giusto stato emotivo e psicologico da consentirci di essere tutti sulla stessa lunghezza d’onda.”
“Sì, ma… cosa è successo?”
“E’ successo che l’intero gruppo ha suonato nel modo più esaltante ogni canzone. Milla è uno degli acquisti di cui sono più orgogliosa,” ammise Lillian. “Il suo violoncello è fantastico, è il perfetto sostituto di un quantitativo esorbitante di strumenti…”
“Non esagerare, Lillian.”
“Non sto esagerando, Milla. E credo che Mills possa confermarmi.”
Il cane annuì. “Sottolineo ed evidenzio tutto quello che Lillian ha detto finora, sia sul gruppo che su di te, Milla. Ma anche Corinne è stata ottima.”
“Anche Corinne, vero,” convenne la tasso. “Ha un’ottima voce.”
“E la nostra Lilly ha vinto la sua… il suo imbarazzo costante con la sua canzone.”
“Vero,” confermò Lillian, cercando di nascondere il muso dietro la tazza di tè. “Oh, insomma. Ho fatto del mio meglio.”
“Be’, se quello l’hai chiamato “fare del tuo meglio,” la tua canzone sarà un successo enorme durante il concerto,” commentò Milla. “Non so da dove tu abbia tirato fuori quella voce…”
Uscendo dal condominio, Mills si diresse verso la sua macchina. Tirò fuori le chiavi, quindi chiese a Lillian se volesse essere accompagnata a casa. “Grazie, Mills, ma oggi preferirei di no.”
“Come mai?”
“Credo che un po’ di movimento mi farà bene. In fondo, la strada è breve.”
“Come preferisci, Lilly. Allora ci vediamo Lunedì?”
“Da Nicholas. Come sempre. Faremo le prime, vere prove generali, Mills. Non sei emozionato?”
“Da morire…” rispose Mills, con un gran sorriso.

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